Un bestiario contemporaneo

Le immagini di animali come “signum” (segno di Dio) che rivela verità celesti e insegnamenti morali: questi erano i Bestiari (o “libri di bestie”) dell’epoca medievale, che oggi vediamo omaggiati in una serie tavole totalmente in black realizzate da BAK (Antonello Sechi).
In questi volumi – tanto particolari e rari da essere oggi assimilabili a libri d’arte – le allegorie di vizi e virtù erano incarnate sotto forma di “bestie”, reali o immaginarie, create unendo gli originali rimandi alla tradizione biblica con le conoscenze scientifiche dell’antichità classica, virate nei secoli a sostegno della narrazione fantastica e fantascientifica.

Una certa particolarità accomuna tutti gli autori di bestiari, da Aloys Zotl a Guillame Apollinaire che detta i canoni del Bestiario della modernità (di cui ritroviamo alcuni caratteri già evidenti nell’immaginario Romantico) per arrivare al nostro BAK: l’artista traccia un segno/disegno o segno/parola che “tratteggia” il carattere dell’animale, ma in modo ben distinto da quello dell’atlante zoologico.

Nelle opere di Bak non c’è maniera, quanto una necessità senza mediazione a cavallo tra la maniacalità narrativa e l’urgenza di definire un’estetica immaginifica e intimista; la realtà è alterata per far emergere storie oniriche, visioni di un mondo fuori dal tempo e dallo spazio in cui l’umano e l’animale dialogano, si fondono, invertono i ruoli.

Citazioni colte richiamano i grandi maestri dell’illustrazione, ma anche racconti e fumetti gotici, di cui ritroviamo i caratteri e i temi narrativi nella musica che da questi stessi generi ha attinto.

Grande amante della produzione seriale, BAK declina le sue tavole originali in stampe di finissima fattura (in tiratura limitata) e in T-Shirt con varianti indossabili che ci calano in attimo in un universo notturno e post-punk.

Francesca Caraffini